domenica, luglio 29, 2007

Parole e silenzi

Parole vuote... parole piene del loro valore... parole tonde... piatte... acute.. a punta... parole sonore e parole mute... che ti fanno sognare o ti buttano nella disperazione più nera... ma solo parole... associate ad una voce o ad un'altra...

E io di te ho invece negli occhi solo i gesti e le risate... il sorriso e le carezze...

E allora, dopo una notte di sonno apparente, ma piena di sogni di te, ho deciso : non so se e quando leggerai queste due righe... ma sento il bisogno di scriverle... e tu, meglio di chiunque altro, sai che se un pensiero ti gira per la testa, è giusto che venga fissato sulla carta... in questo caso qui.

E ho voluto mettere sullo sfondo questo tramonto, con tutta la sua valenza simbolica... che ha per noi due ... tramonto della vita, ma certamente non tramonto dell'anima dei sensi o del cuore.
Oggi molto più di ieri sappiamo il valore delle parole non dette e dei gesti non fatti, per pudore, per paura di essere male interpretati... che ci hanno portato a cosa? a vivere una vita riflessa e mai la nostra. Oggi più che mai voglio parlare... parlare con queste parole che non sentirai mai dalla mia bocca... ma che potrai leggere e guardare col microscopio della tua mente tutte le volte che tu vorrai... sicchè non saranno mai dimenticate...
Incontrarti di persona e amare i tuoi gesti è stato immediato e spontaneo... ricordo le carezze sul mio viso e la tua mano che mi accarezza la spalla ... ritmica e regolare, mentre sono abbracciata a te con il viso sul tuo petto.

E mi manchi... come mi manca il tuo sorriso e la tua voce e la tua risata... e voglio rivivere quelle emozioni... senza parlare... con il sorriso sulle labbra e negli occhi.

Ricordi le nostre telefonate? quando ti dissi 'non ti preoccupare... non ti voglio sposare... voglio solo indietro le mie emozioni' ... tu mi rispondesti 'sei la prima che me lo dice' ... cosi come sono la prima che senti il bisogno di chiamare al telefono ... e ricorda ciò che ti dissi quel pomeriggio di due settimane fa dopo aver fatto l'amore: non voglio fare progetti... non voglio sentirti mai dire 'ti amo' e neppure 'per sempre'... voglio vivere oggi ... e tutte le volte sarà un 'oggi'...

Voglio farti una domanda a cui non risponderai mai:
quanto vale il silenzio delle parole non dette?
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martedì, aprile 17, 2007

Un sogno a colori

... Ormai la decisione era presa: doveva finire in bellezza. La vita scorreva troppo in fretta e andava fermata. Così un giorno Jenny smise di fare domande, salì su un aereo senza voltarsi, non si chiese perchè Tom le stava regalando quel sogno, 'il sogno a colori' come lo chiamava lei

Poco bagaglio, tutto quello che serviva era dentro di loro.

E si ritrovarono in un isola del Pacifico, lontana dai circuiti sponsorizzati: niente resort, non erano turisti, erano un uomo e una donna alla ricerca di qualcosa, forse solo di se stessi.


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Affittarono una piccola costruzione quasi in riva al mare, nascosta tra i palmeti e decisero di vivere alla giornata. Una vecchia jeep serviva a raggiungere il villaggio per le piccole necessità quotidiane. Impiegarono i primi giorni ad esplorare il territorio, ma soprattutto a cercare di capire ciò che avevano dentro. La cosa che lei temeva di più era di leggere nei suoi occhi la voglia di tornare indietro. E fu su quella leggera tensione che iniziò la loro avventura...

... Al tramonto le donne del villaggio raggiungevano uno spiazzo vicino alla spiaggia... era un rito che si svolgeva tutti i giorni... intrecciavano tappeti e ceste con le palme e ghirlande di fiori di ibisco, mentre aspettavano il ritorno dei loro uomini dalla pesca... Jenny le osservava e pensava come il tempo si fosse fermato e come le usanze dei pescatori in fondo si assomigliassero quasi ovunque... Tom la osservava mentre Jenny, tutte le sere, con un sorriso sulle labbra, guardava incuriosita questo rito quotidiano e una sera le disse:

"Ho parlato con il capo del villaggio, domani esco a pesca con loro, voglio provare la gioia del ritorno e vederti sulla spiaggia ad aspettarmi"

La mattina dopo fu un raggio di sole che filtrava tra le vecchie imposte a svegliarla. Come sempre allungò una mano, ma senti il posto vuoto accanto a lei e si tirò su con un tuffo al cuore: era di nuovo sola. Poi ricordò e capì che Tom era uscito a pesca. Decise quindi di infilare il costume e fare una nuotata mattutina. Poi rientrò, una doccia veloce, e giù al villaggio. Acquistò frutta fresca e bevande e rientrò a casa, dopo essersi fermata ad acquistare un nuovo pareo colorato ed un cappello a tesa larga. Rientrata a casa, mise la frutta in un cesto , rassettò il letto, e si sdraiò sulla chaise longue in terrazza ad ammirare il mare che lentamente, con il suo ritmo quotidiano lambiva la spiaggia. Con la mente cercava sull'orizzonte le barche, ma non si vedeva nulla. Ma quando vide le donne scendere verso il loro ritrovo, si alzo, indossò il suo pareo nuovo e il cappello e le raggiunse. Nessuna di loro disse una parola, le sorrisero e basta e a gesti le insegnarono a fare la sua ghirlanda di fiori.

Era una di loro... una donna che attendeva...

Ad un tratto sentì un rumoreggiare di voci ed alzando la testa le vide: le barche stavano rientrando... E vide gli uomini scendere e tirare sulla spiaggia le piroghe col bilanciere... e vide Tom. Era bello con quel sarong portato come un'isolano... e, come le altre donne, corse sulla spiaggia ormai tiepida a piedi nudi... Tom la vide e lei, con un sorriso gli porse la sua ghirlanda: non era sorpreso, era sereno...

La prese per mano e si avviarono tra i sorrisi dei pescatori... Jenny si volto a guardare il mare, come per ringraziarlo... e sentì Tom sussurrarle:

"questo è il nostro sogno a colori... restiamo qui..."

(Rossana)



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venerdì, aprile 13, 2007

Chi sei??

Tu che ti aggiri di soppiatto nella rete
Tu che per entrare non usi la porta ma ti ripari dietro porte altrui
Tu che leggi così avidamente come se bevessi linfa vitale da una coppa ricolma
Tu che vivi le immagini e le emozioni di altri
Tu che ti immedesimi a tal punto da crederti ciò che non sei
Tu che vuoti la tua mente dai tuoi pensieri e vivi altre vite
Tu che per renderti reale devi scriverle in bella calligrafia sulla tua lavagna nera
Tu che non hai pensieri
Tu che non hai emozioni tue
Tu che non sai cosa voglia dire amare, ridere, piangere o stringere mani vere
Tu che non ricevi una carezza dal mondo

Tu chi sei??

Forse semplicemente... NESSUNO... perchè tu non esisti ...
Sei solo il risultato di una formula
2x + 3y + 4z ... ecc....
Tu e il tuo diario virtuale e sussurrato... siete una nullità.


Sei un fanstasma che si aggira per il castello trascinando le sue catene, che non ha volto e non lascia ombra dietro di se... solo un ectoplasma...






Non sono arrabbiata perchè hai rubato un pezzo di me... in effetti sono solo:

  1. sconcertata perchè non credevo esistessero persone che si cibano di intelletto altrui
  2. nauseata perchè non ti sei peritata di ingannare le persone vere che ti circondano e che ti credono reale
  3. triste ... per te che non esisti e non sai cosa ti perdi.


Sai, credo che ad averti smascherato,

forse ti abbiamo solo fatto un favore!


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martedì, aprile 10, 2007

Sola


Tu in mezzo agli altri
risate e voci
canzoni che ti portano indietro nel tempo.
Quanti anni hai perso?
Quanta vita è fuggita tra le tue mani?
E vorresti urlare.
E vorresti piangere.
E vedi volti che non ti guardano.
Sei come sempre.
Sola.


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martedì, dicembre 12, 2006

Quanto è lunga una notte

Quante ore può durare una notte? Quante volte ci siamo scoperti a fare le ore piccole in compagnia ed avere l'impressione che il tempo voli? Credo che la percezione esatta di quanto sia lunga una notte non si riesca ad avere se non in condizioni particolari. Come quelle che ho vissuto nell'ultima settimana.
Una stanza bianca, moderna, asettica. Un letto e una persona che sembra dormire.

E tu che controlli un respiro, che cerchi un segno, uno qualunque, che possa fugare i tuoi dubbi.
E aspetti. Guardi l'orologio. La mattina avevi guardato il calendario con terrore: quanta paura avevi dentro, ma non potevi confessarla a nessuno.
Fedele alla tua immagine, a quello che gli altri si aspettano da te, non potevi deluderli.
C'è stato un momento in cui avresti voluto chiedere aiuto: hai preso il cellulare, hai fatto un numero e hai sentito una voce, ma non hai avuto il coraggio di chiedere

"Come si fa a sconfiggere la paura?"

Non sei riuscita a dirlo, nemmeno a questa voce 'amica', non sai perchè, ma non sei riuscita a fare questa domanda. Però, terminata la conversazione, ti sei sentita più rilassata, e hai continuato a guardare quel respiro.

Le tre del mattino: l'ora critica è passata, lotta piccolo leone.
Non mi fare scherzi, non lasciarmi sola.

E' spuntata l'alba finalmente: è una splendida giornata di sole. Ma senti ancora freddo.
Voglio che tu veda milioni di albe cosi. Lotta per te, e un po' anche per me.

Oggi è diverso: sei indifeso.
Ma sei controllato. Non sono con te ma sai che il pensiero c'è.
Lotta come non hai mai fatto in vita tua. Abbiamo bisogno di te.

Io .. ho bisogno di te!


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mercoledì, novembre 29, 2006

La giusta misura


Troppo ottimismo e troppa voglia di fare. Credere troppo nei propri ideali ed essere troppo delusi, quando ti accorgi che applicarli diventa un’utopia. Essere troppo sicura ed avere nello stesso tempo troppa paura di perdere quello che hai faticosamente raggiunto. Essere troppo sola ed avere troppo bisogno di affetto. Volere a tutti i costi troppe emozioni. Credere troppo negli altri e troppo poco in se stessi. Voler essere troppo al centro dei pensieri di un’altro. Guardarsi troppo indietro o cercare di coprirsi troppo le spalle. Stare troppo sulla difensiva. Dare sempre troppo e ricevere troppo poco. Tutti modi di dire. E modi di essere. Difficile trovare la giusta misura, in ogni situazione, e soprattutto dentro di se. E ogni giorno di più, mi sento di essere ‘troppo’ combattuta…

mercoledì, novembre 01, 2006

Come in una favola

E' qualche giorno che giro poco tra i blog, perchè troppo impegnata a recuperare il 'lavoro perduto'.. cioè il mio 'recupero' della scorsa settimana .
Stasera leggendo qua e là vedo la solita moltitudine di sentimenti: gioia, tristezza, dubbi, interrogativi esistenziali.
E leggendo è come scorrere un film.. come se di volta in volta mi identificassi con i vari protagonisti, associando i 'racconti' ai diversi percorsi della mia esistenza.
Trovo la ragazzina/o caparbia che va per la sua strada ad ogni costo, quella/o che è invece insoddisfatta dal lavoro, dalla quotidianità, dall'amore, chi si tormenta nei propri dubbi.. tutto ciò che ognuno di noi ha già vissuto.

Verrebbe voglia di commentare, dando suggerimenti, consensi o dissensi, oppure quella sana iniezione di ottimismo spicciolo. Ma le mie mani guardano la tastiera e si bloccano.

Non posso farlo.
Non posso fare in modo che altri abbiano le mie sensazioni, il mio modo di vedere ed affrontare le cose. Percorsi simili ma soggetti diversi. E ognuno deve uscirne a modo proprio.

Chi vuole sa che può trovare sempre il mio abbraccio o il mio 'esserci'.

Oppure può sedersi lì, intorno al fuoco, e sentirsi raccontare una favola.

C'era una volta... una ragazzina permalosa, complessata, bruttina e grassa, che portava gli occhiali e che qualcuno chiamava 'quattr'occhi' , che correva sempre a piangere dalla mamma (beh diciamo da papà, quando era a casa...), perchè i bambini la prendevano in giro.
Ma non otteneva mai le risposte che voleva , nessuno le diceva 'non è vero, non te la prendere' oppure 'tu insisti e fatti valere' e allora , troppo orgogliosa per chiedere, iniziò a 'barare' con la sua famiglia.

Quando non era china sui libri di scuola, se ne stava in giro tutti i pomeriggi, ma non con i bambini della sua età, prendeva la bici e girava per il paese, oppure guardava le signore sedute sulle panchine del viale che lavoravano a maglia e all'uncinetto, mentre i suoi coetanei giocavano...

E intanto pensava: pensava di essere mostruosamente sfortunata, che a nessuno importasse di lei, e meditava la sua 'vendetta'. Si era ripromessa di diventare la migliore - in tutto quello che faceva - studio, lavoro, ecc. così gli 'altri' avrebbero avuto bisogno di lei...

E ci riuscì, riusci ad essere sempre colei che 'faceva lezione' dopo la scuola ai suoi compagni, quella che i professori avrebbero voluto 'in cattedra', quella che i suoi genitori 'mostravano' ora con orgoglio.

Ma non era soddisfatta, e come diceva una vecchia canzone

"... e quando fu di fronte al mare,
si senti un coglione,
perchè più in là
non si poteva conquistare niente..."

E tornò a sedersi da sola su quella panchina.
Le era rimasta solo la sua famiglia.
Le mancavano quelle piccole cose, quei valori che una volta credeva non le importassero.
Non aveva amici perchè lei non sapeva essere amica di nessuno.
Non sapeva comunicare con gli altri perchè era lei la prima a non comunicare.
Ma, nonostante tutto, aveva ancora i suoi sogni ... credeva ancora in se stessa e nel prossimo, non le importava delle delusioni, credeva di poter dare qualcosa, e la sua fantasia la portava a sognare quei mondi lontani, che poi ha avuto la fortuna in parte di visitare, e ha sempre visto qualcosa di positivo nel cielo e nelle stelle, oltre l'orizzonte, e al di là del mare...


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E un giorno... per scommessa... aprì un blog...

Il nemico peggiore

Due giorni tutti 'miei' sereni ed in tranquillità, o almeno così sembravano a prima vista.
Io = il moto perpetuo.... Sano principio che da un po' di tempo cerco di applicare, per non pensare, per non ascoltare il silenzio che ho intorno.

E' così che cerco di realizzare i miei sogni ad occhi aperti, è così che mi circondo di suoni luci e immagini e sorrisi.

Poi accade qualcosa, qualcosa che già sapevi che esisteva, qualcosa che hai sempre affrontato serenamente, con la solita caparbietà e stoicità: sai benissimo che la vita non è sempre bella, che le persone non sono sempre 'buone' e non è questo che ti spaventa o ti fa riflettere o ti fa a volte piangere.

No. Questo è qualcosa di diverso. Qualcosa che non puoi abbattere a spallate, che non puoi battere con quell'arma così tagliente ed efficace che sono le parole. E tu in quanto a parole sei in gamba... parli e scrivi, le fai girare e danzare a tuo piacimento.
A volte con le tue parole sei di conforto, altre sei ironica o sarcastica (devo ricordarmi di aggiungere questa new entry...), altre fai veramente male.

Ma contro questo nemico non puoi nulla. Sei disarmata.

E allora sogni, ad occhi aperti. Inventi paesaggi, mondi da favola, folletti dalla pentola d'oro e maghi che fanno sortilegi, sogni di essere una fata e con la tua bacchetta magica rimetti ordine nelle cose e doni giustizia e felicità.

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E invece il nemico ti batte: sei sotto scacco.
Muovi da una parte all'altra della scacchiera e lui è sempre lì: scacco!
Di nuovo e sempre, e continuerà finchè non potrai più scappare.
Non hai via di scampo ma lotti, lotti fino alla fine.

Guardi questa tastiera. Guardi il monitor.

Qualcuno ti descrive le sue emozioni e ti ci riconosci. E capisci che non sei solo tu a provarle. Non sei sola, ma allo stesso tempo vedi il nemico crescere. Nessuno è in grado di fermarlo. Non tu, non gli altri.

E ti senti impotente.

E gli occhi si riempiono di lacrime, e il cuore di tristezza.

Sono tornata

A dire il vero .. è passato un po di tempo da quando ho usato questo mio blocco notes.
Tante cose da fare, pensieri volanti, e cose da risolvere.

Ma vediamo di recuperare...