Le 18.30. Dai, vai a casa. Lo sai che qui ci stai bene, il lavoro è la tua casa. Ti senti importante, almeno qui, tanto non sei ancora stata capace di costruire niente, tanto vale che tu faccia un po’ di carriera.
E’ venerdì. Domani ti aspettano i soliti lavori di casa, se no tua madre protesta; e poi la devi accompagnare a far la spesa, e poi… Il nulla.
E’ venerdì. Domani ti aspettano i soliti lavori di casa, se no tua madre protesta; e poi la devi accompagnare a far la spesa, e poi… Il nulla.
Un libro, il lavoro all’uncinetto, chissà cosa danno in televisione.
Fa caldo, è l’ultima settimana di luglio, e avresti voglia di uscire, almeno stasera, ma dove vai da sola?
Dai fatti coraggio, prendi la borsa, spegni la macchina da scrivere. Passi per l’officina, come fai sempre, saluti i colleghi. Roberto ti guarda, forse si ricorda ancora di quando, come un’imbranata, sei caduta per colpa dei trucioli e dell’olio. E tu ti ricordi ancora di come sei diventata rossa dalla vergogna.
Ti viene incontro, ti saluta e ti augura buon fine settimana!! Anche lui in quanto a mettere il dito nella piaga… Poi ecco, ne arriva un altro e ti dice: “Beata te che te ne vai!! Cosa fai di bello stasera?”
Tu sorridi, peccato che nessuno abbia capito niente di te…. E rispondi come se niente fosse:
“Con questo caldo, avrei proprio voglia di andare a prendere un gelato in riviera, ma sono da sola, mia sorella non c’è, quindi, me ne starò a casa a guardare la TV”.
E ti incammini verso il portone. Ed ecco che dal magazzino, esce lui, ti guarda e ti dice:
“Beh, se vuoi ti porto io a prendere il gelato.” Lo guardi, sorridi, e pensi: magari….
Ti viene incontro, ti saluta e ti augura buon fine settimana!! Anche lui in quanto a mettere il dito nella piaga… Poi ecco, ne arriva un altro e ti dice: “Beata te che te ne vai!! Cosa fai di bello stasera?”
Tu sorridi, peccato che nessuno abbia capito niente di te…. E rispondi come se niente fosse:
“Con questo caldo, avrei proprio voglia di andare a prendere un gelato in riviera, ma sono da sola, mia sorella non c’è, quindi, me ne starò a casa a guardare la TV”.
E ti incammini verso il portone. Ed ecco che dal magazzino, esce lui, ti guarda e ti dice:
“Beh, se vuoi ti porto io a prendere il gelato.” Lo guardi, sorridi, e pensi: magari….
Ma gli rispondi: “Davvero? E viene anche tua moglie?” “No, sono solo, è andata a trovare i suoi genitori, e io la raggiungo la prossima settimana. Sono solo. Ti passo a prendere alle 9?”
Sei presa in contropiede. E adesso? Ma dai, tanto è solo un collega, sei pure ‘amica’ della moglie.
“Va bene. Dove andiamo?” “Beh, possiamo andare a Recco, se ti va. Dai ti passo a prendere sotto casa e poi decidiamo”. “Va bene, alle nove sotto casa, ti ricordi….si, certo, lo sai benissimo. A dopo allora”
Perché vai così veloce stasera? Va beh, devi trovare parcheggio, farti 6 piani di scale, mangiare, farti una doccia, vestirti e truccarti…no niente trucco, fa troppo caldo. E tua madre che continua a chiederti “Ma con chi esci?” Cavolo, ho 24 anni e mi fanno ancora l’interrogatorio… “Ma mamma, con dei colleghi”… e le butti lì due o tre nomi a caso; perché non le dici con chi? Di sicuro ti farebbe un elmetto, perché sa che è sposato… ma tanto per quello che devi fare, dai, lascia perdere, evitiamo le discussioni almeno stasera.
Sono le nove meno un quarto e dalla finestra stai controllando la strada. Ecco forse…no, non è lui. Ma tanto è meglio scendere. Il tempo di arrivare nel portone e vedi la sua macchina. Attraversi di corsa e sali. Perché ti senti a disagio? Eppure non è la prima volta che siete da soli.
“Dai andiamo a Recco, ti va bene?” “Sì va bene. Ma non fai l’autostrada?” “No, facciamo la costiera è meglio, poi è più bella” “Si, certo” (ma è sera!!! mica guardiamo il panorama…).
Sei presa in contropiede. E adesso? Ma dai, tanto è solo un collega, sei pure ‘amica’ della moglie.
“Va bene. Dove andiamo?” “Beh, possiamo andare a Recco, se ti va. Dai ti passo a prendere sotto casa e poi decidiamo”. “Va bene, alle nove sotto casa, ti ricordi….si, certo, lo sai benissimo. A dopo allora”
Perché vai così veloce stasera? Va beh, devi trovare parcheggio, farti 6 piani di scale, mangiare, farti una doccia, vestirti e truccarti…no niente trucco, fa troppo caldo. E tua madre che continua a chiederti “Ma con chi esci?” Cavolo, ho 24 anni e mi fanno ancora l’interrogatorio… “Ma mamma, con dei colleghi”… e le butti lì due o tre nomi a caso; perché non le dici con chi? Di sicuro ti farebbe un elmetto, perché sa che è sposato… ma tanto per quello che devi fare, dai, lascia perdere, evitiamo le discussioni almeno stasera.
Sono le nove meno un quarto e dalla finestra stai controllando la strada. Ecco forse…no, non è lui. Ma tanto è meglio scendere. Il tempo di arrivare nel portone e vedi la sua macchina. Attraversi di corsa e sali. Perché ti senti a disagio? Eppure non è la prima volta che siete da soli.
“Dai andiamo a Recco, ti va bene?” “Sì va bene. Ma non fai l’autostrada?” “No, facciamo la costiera è meglio, poi è più bella” “Si, certo” (ma è sera!!! mica guardiamo il panorama…).
Allora cominci a parlare di lavoro, dell’ultima assemblea (ricordati, tu sei quella che parla con “quelli dell’officina”….così dicono le tue colleghe!!!) e poi parli dell’ultima partita, tu non eri allo stadio, ma lui ci va sempre. E siete tifosi della stessa squadra…..e poi arriva anche la politica, lo sai siete quasi dalla stessa parte, tu forse un po’ più ‘anarchica’ lui più inquadrato….
Per fortuna, eccoci arrivati, non sapevi più cosa dire. C’è gente sul lungomare, si respira ed ecco la famosa gelateria. “No, dai non ci sediamo, c’è troppo casino, prendiamo il gelato e passeggiamo” ti dice lui. “Ok, per me va bene.” “Come lo vuoi il gelato?” “Stracciatella e fior di latte, e tu come lo prendi?” e lui “Io, tutto al cioccolato”.
Aspetti e guardi il lungomare illuminato e il nuovo porticciolo.
Per fortuna, eccoci arrivati, non sapevi più cosa dire. C’è gente sul lungomare, si respira ed ecco la famosa gelateria. “No, dai non ci sediamo, c’è troppo casino, prendiamo il gelato e passeggiamo” ti dice lui. “Ok, per me va bene.” “Come lo vuoi il gelato?” “Stracciatella e fior di latte, e tu come lo prendi?” e lui “Io, tutto al cioccolato”.
Aspetti e guardi il lungomare illuminato e il nuovo porticciolo.
“Ecco il gelato, vieni, andiamo di là”
Lo segui sul lungomare, in mezzo alla gente, continui a parlare, mangiando il gelato. Alla fine vedi che la passeggiata diventa un lungo molo che arriva al centro del golfo. E' quasi mezzanotte, arriva una fresca brezza di mare, e con lei alcuni brividi. Hai lo scialle di seta nella borsa. Ti fermi e lui si ferma con te. Metti lo scialle sulle spalle. Lui te lo aggiusta, con un gesto lieve e gentile. Hai finito il tuo, ma lui non ha ancora terminato quel benedetto gelato al cioccolato. Continui a camminare al suo fianco. In un gesto cameratesco lo prendi sottobraccio. Lui si ferma e sposta la tua mano. Tu lo guardi, non ti sembrava un gesto così intimo, non era tua intenzione. Lui prende la tua mano tra le sue. E poi mette il suo braccio sulle tue spalle, così non avrai freddo. La fine del molo: un lampione più fioco degli altri. Si ferma e posa le mani sul tuo viso e ti guarda: ha l’espressione di un uomo che non sa che cosa otterrà.
Un bacio, una reazione di indifferenza, uno schiaffo ….. E ti bacia. Un bacio al sapore di cioccolato….E tu rispondi al quel bacio come se non aspettassi altro. Non ti chiedi perché. Non vuoi saperlo…. Vuoi solo essere ‘normale’.
E torni con lui alla macchina, e ai primi approcci, con fare da donna, senti la tua voce che dice: “Non mi piace farlo in macchina, preferisco un letto.” E dopo dieci minuti vedi l’insegna del motel.
Tre anni dopo, cerca di trattenerti in macchina e ti chiede: “Ma perché ti sposi?” E tu scappi, sbattendo la portiera della sua macchina. Non sai cosa rispondergli. Hai ancora dentro la tua rabbia!!!
Sei anni dopo, si prende cura di te, sei malata, ti aspetta la mattina alla stazione e ti accompagna la sera, non ti chiede nulla. Solo di essere lì con te.
Sedici anni dopo: è la vigilia di Natale. Si esce prima dal lavoro, dopo la classica bicchierata.
“Vuoi un passaggio? Ti accompagno per un pezzo di strada, ma possiamo anche fermarci a parlare se non hai fretta…. “… “Lo sai che le antiche passioni non si scordano mai. E potresti anche darmi un bacio, e poi ricordati che io e te abbiamo un appuntamento” ….e tu confusa, ricordi.. ricordi che una sera d’estate, sedici anni prima, in auto gli dicevi scherzando: “Forse in una prossima vita, staremo insieme. Oppure, guarda ti do un appuntamento: quando avremo sessant’anni e non faremo più male a nessuno, allora faremo di nuovo l’amore insieme.”
Lo segui sul lungomare, in mezzo alla gente, continui a parlare, mangiando il gelato. Alla fine vedi che la passeggiata diventa un lungo molo che arriva al centro del golfo. E' quasi mezzanotte, arriva una fresca brezza di mare, e con lei alcuni brividi. Hai lo scialle di seta nella borsa. Ti fermi e lui si ferma con te. Metti lo scialle sulle spalle. Lui te lo aggiusta, con un gesto lieve e gentile. Hai finito il tuo, ma lui non ha ancora terminato quel benedetto gelato al cioccolato. Continui a camminare al suo fianco. In un gesto cameratesco lo prendi sottobraccio. Lui si ferma e sposta la tua mano. Tu lo guardi, non ti sembrava un gesto così intimo, non era tua intenzione. Lui prende la tua mano tra le sue. E poi mette il suo braccio sulle tue spalle, così non avrai freddo. La fine del molo: un lampione più fioco degli altri. Si ferma e posa le mani sul tuo viso e ti guarda: ha l’espressione di un uomo che non sa che cosa otterrà.
Un bacio, una reazione di indifferenza, uno schiaffo ….. E ti bacia. Un bacio al sapore di cioccolato….E tu rispondi al quel bacio come se non aspettassi altro. Non ti chiedi perché. Non vuoi saperlo…. Vuoi solo essere ‘normale’.
E torni con lui alla macchina, e ai primi approcci, con fare da donna, senti la tua voce che dice: “Non mi piace farlo in macchina, preferisco un letto.” E dopo dieci minuti vedi l’insegna del motel.
Tre anni dopo, cerca di trattenerti in macchina e ti chiede: “Ma perché ti sposi?” E tu scappi, sbattendo la portiera della sua macchina. Non sai cosa rispondergli. Hai ancora dentro la tua rabbia!!!
Sei anni dopo, si prende cura di te, sei malata, ti aspetta la mattina alla stazione e ti accompagna la sera, non ti chiede nulla. Solo di essere lì con te.
Sedici anni dopo: è la vigilia di Natale. Si esce prima dal lavoro, dopo la classica bicchierata.
“Vuoi un passaggio? Ti accompagno per un pezzo di strada, ma possiamo anche fermarci a parlare se non hai fretta…. “… “Lo sai che le antiche passioni non si scordano mai. E potresti anche darmi un bacio, e poi ricordati che io e te abbiamo un appuntamento” ….e tu confusa, ricordi.. ricordi che una sera d’estate, sedici anni prima, in auto gli dicevi scherzando: “Forse in una prossima vita, staremo insieme. Oppure, guarda ti do un appuntamento: quando avremo sessant’anni e non faremo più male a nessuno, allora faremo di nuovo l’amore insieme.”
Non avete ancora sessant’anni. Ma lo baci lo stesso. Ti sembra che quei sedici anni di vita non siano mai passati, ritrovi i tuoi 25 anni, le stesse sensazioni, quel nodo allo stomaco, quei campanelli che non ti fanno capire più niente, la stessa euforia, e allora capisci, capisci che cosa ti mancava….
Sono passati altri dieci anni da quella vigilia di Natale. E continui a sapere cosa ti manca: lui….
3 commenti:
Malinconico e bello...
Anche autobiografico....
Era abbastanza chiaro...
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