mercoledì, novembre 29, 2006

La giusta misura


Troppo ottimismo e troppa voglia di fare. Credere troppo nei propri ideali ed essere troppo delusi, quando ti accorgi che applicarli diventa un’utopia. Essere troppo sicura ed avere nello stesso tempo troppa paura di perdere quello che hai faticosamente raggiunto. Essere troppo sola ed avere troppo bisogno di affetto. Volere a tutti i costi troppe emozioni. Credere troppo negli altri e troppo poco in se stessi. Voler essere troppo al centro dei pensieri di un’altro. Guardarsi troppo indietro o cercare di coprirsi troppo le spalle. Stare troppo sulla difensiva. Dare sempre troppo e ricevere troppo poco. Tutti modi di dire. E modi di essere. Difficile trovare la giusta misura, in ogni situazione, e soprattutto dentro di se. E ogni giorno di più, mi sento di essere ‘troppo’ combattuta…

mercoledì, novembre 01, 2006

Come in una favola

E' qualche giorno che giro poco tra i blog, perchè troppo impegnata a recuperare il 'lavoro perduto'.. cioè il mio 'recupero' della scorsa settimana .
Stasera leggendo qua e là vedo la solita moltitudine di sentimenti: gioia, tristezza, dubbi, interrogativi esistenziali.
E leggendo è come scorrere un film.. come se di volta in volta mi identificassi con i vari protagonisti, associando i 'racconti' ai diversi percorsi della mia esistenza.
Trovo la ragazzina/o caparbia che va per la sua strada ad ogni costo, quella/o che è invece insoddisfatta dal lavoro, dalla quotidianità, dall'amore, chi si tormenta nei propri dubbi.. tutto ciò che ognuno di noi ha già vissuto.

Verrebbe voglia di commentare, dando suggerimenti, consensi o dissensi, oppure quella sana iniezione di ottimismo spicciolo. Ma le mie mani guardano la tastiera e si bloccano.

Non posso farlo.
Non posso fare in modo che altri abbiano le mie sensazioni, il mio modo di vedere ed affrontare le cose. Percorsi simili ma soggetti diversi. E ognuno deve uscirne a modo proprio.

Chi vuole sa che può trovare sempre il mio abbraccio o il mio 'esserci'.

Oppure può sedersi lì, intorno al fuoco, e sentirsi raccontare una favola.

C'era una volta... una ragazzina permalosa, complessata, bruttina e grassa, che portava gli occhiali e che qualcuno chiamava 'quattr'occhi' , che correva sempre a piangere dalla mamma (beh diciamo da papà, quando era a casa...), perchè i bambini la prendevano in giro.
Ma non otteneva mai le risposte che voleva , nessuno le diceva 'non è vero, non te la prendere' oppure 'tu insisti e fatti valere' e allora , troppo orgogliosa per chiedere, iniziò a 'barare' con la sua famiglia.

Quando non era china sui libri di scuola, se ne stava in giro tutti i pomeriggi, ma non con i bambini della sua età, prendeva la bici e girava per il paese, oppure guardava le signore sedute sulle panchine del viale che lavoravano a maglia e all'uncinetto, mentre i suoi coetanei giocavano...

E intanto pensava: pensava di essere mostruosamente sfortunata, che a nessuno importasse di lei, e meditava la sua 'vendetta'. Si era ripromessa di diventare la migliore - in tutto quello che faceva - studio, lavoro, ecc. così gli 'altri' avrebbero avuto bisogno di lei...

E ci riuscì, riusci ad essere sempre colei che 'faceva lezione' dopo la scuola ai suoi compagni, quella che i professori avrebbero voluto 'in cattedra', quella che i suoi genitori 'mostravano' ora con orgoglio.

Ma non era soddisfatta, e come diceva una vecchia canzone

"... e quando fu di fronte al mare,
si senti un coglione,
perchè più in là
non si poteva conquistare niente..."

E tornò a sedersi da sola su quella panchina.
Le era rimasta solo la sua famiglia.
Le mancavano quelle piccole cose, quei valori che una volta credeva non le importassero.
Non aveva amici perchè lei non sapeva essere amica di nessuno.
Non sapeva comunicare con gli altri perchè era lei la prima a non comunicare.
Ma, nonostante tutto, aveva ancora i suoi sogni ... credeva ancora in se stessa e nel prossimo, non le importava delle delusioni, credeva di poter dare qualcosa, e la sua fantasia la portava a sognare quei mondi lontani, che poi ha avuto la fortuna in parte di visitare, e ha sempre visto qualcosa di positivo nel cielo e nelle stelle, oltre l'orizzonte, e al di là del mare...


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E un giorno... per scommessa... aprì un blog...

Il nemico peggiore

Due giorni tutti 'miei' sereni ed in tranquillità, o almeno così sembravano a prima vista.
Io = il moto perpetuo.... Sano principio che da un po' di tempo cerco di applicare, per non pensare, per non ascoltare il silenzio che ho intorno.

E' così che cerco di realizzare i miei sogni ad occhi aperti, è così che mi circondo di suoni luci e immagini e sorrisi.

Poi accade qualcosa, qualcosa che già sapevi che esisteva, qualcosa che hai sempre affrontato serenamente, con la solita caparbietà e stoicità: sai benissimo che la vita non è sempre bella, che le persone non sono sempre 'buone' e non è questo che ti spaventa o ti fa riflettere o ti fa a volte piangere.

No. Questo è qualcosa di diverso. Qualcosa che non puoi abbattere a spallate, che non puoi battere con quell'arma così tagliente ed efficace che sono le parole. E tu in quanto a parole sei in gamba... parli e scrivi, le fai girare e danzare a tuo piacimento.
A volte con le tue parole sei di conforto, altre sei ironica o sarcastica (devo ricordarmi di aggiungere questa new entry...), altre fai veramente male.

Ma contro questo nemico non puoi nulla. Sei disarmata.

E allora sogni, ad occhi aperti. Inventi paesaggi, mondi da favola, folletti dalla pentola d'oro e maghi che fanno sortilegi, sogni di essere una fata e con la tua bacchetta magica rimetti ordine nelle cose e doni giustizia e felicità.

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E invece il nemico ti batte: sei sotto scacco.
Muovi da una parte all'altra della scacchiera e lui è sempre lì: scacco!
Di nuovo e sempre, e continuerà finchè non potrai più scappare.
Non hai via di scampo ma lotti, lotti fino alla fine.

Guardi questa tastiera. Guardi il monitor.

Qualcuno ti descrive le sue emozioni e ti ci riconosci. E capisci che non sei solo tu a provarle. Non sei sola, ma allo stesso tempo vedi il nemico crescere. Nessuno è in grado di fermarlo. Non tu, non gli altri.

E ti senti impotente.

E gli occhi si riempiono di lacrime, e il cuore di tristezza.

Sono tornata

A dire il vero .. è passato un po di tempo da quando ho usato questo mio blocco notes.
Tante cose da fare, pensieri volanti, e cose da risolvere.

Ma vediamo di recuperare...