martedì, dicembre 12, 2006

Quanto è lunga una notte

Quante ore può durare una notte? Quante volte ci siamo scoperti a fare le ore piccole in compagnia ed avere l'impressione che il tempo voli? Credo che la percezione esatta di quanto sia lunga una notte non si riesca ad avere se non in condizioni particolari. Come quelle che ho vissuto nell'ultima settimana.
Una stanza bianca, moderna, asettica. Un letto e una persona che sembra dormire.

E tu che controlli un respiro, che cerchi un segno, uno qualunque, che possa fugare i tuoi dubbi.
E aspetti. Guardi l'orologio. La mattina avevi guardato il calendario con terrore: quanta paura avevi dentro, ma non potevi confessarla a nessuno.
Fedele alla tua immagine, a quello che gli altri si aspettano da te, non potevi deluderli.
C'è stato un momento in cui avresti voluto chiedere aiuto: hai preso il cellulare, hai fatto un numero e hai sentito una voce, ma non hai avuto il coraggio di chiedere

"Come si fa a sconfiggere la paura?"

Non sei riuscita a dirlo, nemmeno a questa voce 'amica', non sai perchè, ma non sei riuscita a fare questa domanda. Però, terminata la conversazione, ti sei sentita più rilassata, e hai continuato a guardare quel respiro.

Le tre del mattino: l'ora critica è passata, lotta piccolo leone.
Non mi fare scherzi, non lasciarmi sola.

E' spuntata l'alba finalmente: è una splendida giornata di sole. Ma senti ancora freddo.
Voglio che tu veda milioni di albe cosi. Lotta per te, e un po' anche per me.

Oggi è diverso: sei indifeso.
Ma sei controllato. Non sono con te ma sai che il pensiero c'è.
Lotta come non hai mai fatto in vita tua. Abbiamo bisogno di te.

Io .. ho bisogno di te!


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mercoledì, novembre 29, 2006

La giusta misura


Troppo ottimismo e troppa voglia di fare. Credere troppo nei propri ideali ed essere troppo delusi, quando ti accorgi che applicarli diventa un’utopia. Essere troppo sicura ed avere nello stesso tempo troppa paura di perdere quello che hai faticosamente raggiunto. Essere troppo sola ed avere troppo bisogno di affetto. Volere a tutti i costi troppe emozioni. Credere troppo negli altri e troppo poco in se stessi. Voler essere troppo al centro dei pensieri di un’altro. Guardarsi troppo indietro o cercare di coprirsi troppo le spalle. Stare troppo sulla difensiva. Dare sempre troppo e ricevere troppo poco. Tutti modi di dire. E modi di essere. Difficile trovare la giusta misura, in ogni situazione, e soprattutto dentro di se. E ogni giorno di più, mi sento di essere ‘troppo’ combattuta…

mercoledì, novembre 01, 2006

Come in una favola

E' qualche giorno che giro poco tra i blog, perchè troppo impegnata a recuperare il 'lavoro perduto'.. cioè il mio 'recupero' della scorsa settimana .
Stasera leggendo qua e là vedo la solita moltitudine di sentimenti: gioia, tristezza, dubbi, interrogativi esistenziali.
E leggendo è come scorrere un film.. come se di volta in volta mi identificassi con i vari protagonisti, associando i 'racconti' ai diversi percorsi della mia esistenza.
Trovo la ragazzina/o caparbia che va per la sua strada ad ogni costo, quella/o che è invece insoddisfatta dal lavoro, dalla quotidianità, dall'amore, chi si tormenta nei propri dubbi.. tutto ciò che ognuno di noi ha già vissuto.

Verrebbe voglia di commentare, dando suggerimenti, consensi o dissensi, oppure quella sana iniezione di ottimismo spicciolo. Ma le mie mani guardano la tastiera e si bloccano.

Non posso farlo.
Non posso fare in modo che altri abbiano le mie sensazioni, il mio modo di vedere ed affrontare le cose. Percorsi simili ma soggetti diversi. E ognuno deve uscirne a modo proprio.

Chi vuole sa che può trovare sempre il mio abbraccio o il mio 'esserci'.

Oppure può sedersi lì, intorno al fuoco, e sentirsi raccontare una favola.

C'era una volta... una ragazzina permalosa, complessata, bruttina e grassa, che portava gli occhiali e che qualcuno chiamava 'quattr'occhi' , che correva sempre a piangere dalla mamma (beh diciamo da papà, quando era a casa...), perchè i bambini la prendevano in giro.
Ma non otteneva mai le risposte che voleva , nessuno le diceva 'non è vero, non te la prendere' oppure 'tu insisti e fatti valere' e allora , troppo orgogliosa per chiedere, iniziò a 'barare' con la sua famiglia.

Quando non era china sui libri di scuola, se ne stava in giro tutti i pomeriggi, ma non con i bambini della sua età, prendeva la bici e girava per il paese, oppure guardava le signore sedute sulle panchine del viale che lavoravano a maglia e all'uncinetto, mentre i suoi coetanei giocavano...

E intanto pensava: pensava di essere mostruosamente sfortunata, che a nessuno importasse di lei, e meditava la sua 'vendetta'. Si era ripromessa di diventare la migliore - in tutto quello che faceva - studio, lavoro, ecc. così gli 'altri' avrebbero avuto bisogno di lei...

E ci riuscì, riusci ad essere sempre colei che 'faceva lezione' dopo la scuola ai suoi compagni, quella che i professori avrebbero voluto 'in cattedra', quella che i suoi genitori 'mostravano' ora con orgoglio.

Ma non era soddisfatta, e come diceva una vecchia canzone

"... e quando fu di fronte al mare,
si senti un coglione,
perchè più in là
non si poteva conquistare niente..."

E tornò a sedersi da sola su quella panchina.
Le era rimasta solo la sua famiglia.
Le mancavano quelle piccole cose, quei valori che una volta credeva non le importassero.
Non aveva amici perchè lei non sapeva essere amica di nessuno.
Non sapeva comunicare con gli altri perchè era lei la prima a non comunicare.
Ma, nonostante tutto, aveva ancora i suoi sogni ... credeva ancora in se stessa e nel prossimo, non le importava delle delusioni, credeva di poter dare qualcosa, e la sua fantasia la portava a sognare quei mondi lontani, che poi ha avuto la fortuna in parte di visitare, e ha sempre visto qualcosa di positivo nel cielo e nelle stelle, oltre l'orizzonte, e al di là del mare...


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E un giorno... per scommessa... aprì un blog...

Il nemico peggiore

Due giorni tutti 'miei' sereni ed in tranquillità, o almeno così sembravano a prima vista.
Io = il moto perpetuo.... Sano principio che da un po' di tempo cerco di applicare, per non pensare, per non ascoltare il silenzio che ho intorno.

E' così che cerco di realizzare i miei sogni ad occhi aperti, è così che mi circondo di suoni luci e immagini e sorrisi.

Poi accade qualcosa, qualcosa che già sapevi che esisteva, qualcosa che hai sempre affrontato serenamente, con la solita caparbietà e stoicità: sai benissimo che la vita non è sempre bella, che le persone non sono sempre 'buone' e non è questo che ti spaventa o ti fa riflettere o ti fa a volte piangere.

No. Questo è qualcosa di diverso. Qualcosa che non puoi abbattere a spallate, che non puoi battere con quell'arma così tagliente ed efficace che sono le parole. E tu in quanto a parole sei in gamba... parli e scrivi, le fai girare e danzare a tuo piacimento.
A volte con le tue parole sei di conforto, altre sei ironica o sarcastica (devo ricordarmi di aggiungere questa new entry...), altre fai veramente male.

Ma contro questo nemico non puoi nulla. Sei disarmata.

E allora sogni, ad occhi aperti. Inventi paesaggi, mondi da favola, folletti dalla pentola d'oro e maghi che fanno sortilegi, sogni di essere una fata e con la tua bacchetta magica rimetti ordine nelle cose e doni giustizia e felicità.

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E invece il nemico ti batte: sei sotto scacco.
Muovi da una parte all'altra della scacchiera e lui è sempre lì: scacco!
Di nuovo e sempre, e continuerà finchè non potrai più scappare.
Non hai via di scampo ma lotti, lotti fino alla fine.

Guardi questa tastiera. Guardi il monitor.

Qualcuno ti descrive le sue emozioni e ti ci riconosci. E capisci che non sei solo tu a provarle. Non sei sola, ma allo stesso tempo vedi il nemico crescere. Nessuno è in grado di fermarlo. Non tu, non gli altri.

E ti senti impotente.

E gli occhi si riempiono di lacrime, e il cuore di tristezza.

Sono tornata

A dire il vero .. è passato un po di tempo da quando ho usato questo mio blocco notes.
Tante cose da fare, pensieri volanti, e cose da risolvere.

Ma vediamo di recuperare...

domenica, luglio 30, 2006

Vorrei....

domenica, luglio 23, 2006

I piccoli dolori fanno parlare, i grandi dolori rendono muti (Seneca)

Sento di dover scrivere questi miei pensieri, per poterli leggere, o solo per fare un po’ d’ordine nella mia mente.

Come si può essere felici al solo suono della tua voce? Ascoltare i tuoi pensieri, sentire il racconto della tua vita, pezzo dopo pezzo come un puzzle, per poi poterla ricostruire e capirti.
E’ quello che tu mi hai implicitamente chiesto di fare. Hai sempre detto di essere chiuso, di non scoprirti, segno costante del tuo vivere ‘en garde’ per poter fronteggiare meglio gli urti della vita.

Ti ho detto che non ti avrei obbligato a farlo e ho atteso, giorno dopo giorno, che tu mi parlassi un po’ di te: e lo hai fatto. Mi hai spinto a raccogliere tutte le informazioni e poter con quelle costruire una figura intera, la tua immagine, quella che io ho di te.

Ho accettato ancora una volta questa sfida: e quando ho visto il risultato, ero già affascinata dal tuo modo di essere. E anche tu eri stupito da come ti lasciavo fare, ma hai capito che lo facevo per te... e per me.
Ho imparato a volerti bene, ad accettarti come sei, e anche tu lo hai fatto con me...
E gli scontri che abbiamo avuto, li abbiamo superati in un attimo, senza orgoglio, perché l’importante per noi due è ‘esserci’ ed esserci insieme.

E ieri, ho dovuto superare la prova peggiore della mia vita: essere con te senza esserci fisicamente.
Quel tuo ripetere all'infinito, ossessivamente, le parole che mi avevi scritto l'altra notte, quando in un momento di serenità hai sentito il bisogno di comunicarmelo e io di farti sapere che ero felice per te, e poi il tuo pianto al telefono che ho ancora nelle orecchie.

Perché non ero con te???
Avrei potuto stringerti, tenerti la mano, darti la mia spalla per piangere, senza dirti nulla, in silenzio. Avrei potuto abbracciarti e tenerti stretto, accarezzando i tuoi capelli.
E invece non ero lì, non ero accanto a te con il calore della mia mano, ero solo ‘dentro di te’ ma non mi basta e di sicuro non è bastato e te.

Non sai quante volte mi sono chiesta ‘se fossi partita... se ti avessi raggiunto, sarebbe stato diverso, avresti potuto dirmi tutto ciò che ti passava per la mente...’

...se, se, se, questa parola che sta rimbalzando nella mia testa da ieri mattina ... e "come"...

come farò a farmi perdonare da te per ‘quel non esserci stata’...

Credo che anche questo sia amore... Non lo so, ma un giorno, forse, ti chiederò di spiegarmelo.

E adesso ho paura. Ho una folle paura di perderti. Ma una cosa so: farò tutto il possibile perché questo non accada. Mai.

Entra nei miei pensieri.. come fai sempre... sai che non ho più paura che tu lo faccia. E' bizzarro ma conto sempre sul fatto che tu mi legga dentro, come io faccio ascoltando la tua voce, togliendoti 'quelle scarpe' e sentendo i tuoi pensieri più nascosti.

Entra nei miei pensieri e leggi queste parole.
Prendi la mia mano... E chiamami.

giovedì, luglio 13, 2006

Perchè

Perchè mi fa male vedere che il tuo pensiero non è lucido e coerente?
Non riesco a capire dove sbaglio.
E se sono io a sbagliare.

Perchè hai cosi paura da avere sempre 'paura' di quello che può esserci di non detto?

Non riesci a pensare a me come ad una persona sincera. E questo mi ferisce profondamente. Ma non te curi.

Forse il tuo passato ti spinge ad essere sempre sulla difensiva, aggredisci per paura di essere aggredito.

E perchè aggredisci me? ti sono amica. Non voglio farti male. Non voglio che tu ne faccia a me.


E le mie lacrime stanno scorrendo... vorrei tu fossi qui... ad asciugarle, a rassicurarmi, a... stringermi tra le tue braccia.

Ma la domanda che non voglio pormi è soprattutto una: perchè non riesco a non pensare a te?

Devo allontanarmi da te... e so che starò male. Sto già male al solo pensiero.

E ho freddo... freddo dentro...

Ma oggi le tue parole mi hanno già riscaldato...

ed è ancora una volta di più sorprendente, se mai avessi dubitato del legame che si è stabilito tra noi, aver letto le stesse parole uscite dal tuo cuore...

sabato, maggio 27, 2006

Quando....


Quando si smette di amare??? Non riesci a ricordare il momento esatto, ma un giorno ti accorgi di non amare più. Non sai quando e come e perché è successo, ma sei sicura di non amare più.

Quando cominci a renderti conto che ‘sopporti’ i suoi difetti...
Quando ti accorgi che non state parlando la stessa lingua...
Quando non trovi argomenti per tagliare il silenzio..
Quando cominci a ricordare i momenti belli e spensierati ...
Quando non riesce più a stupirti con piccole battute...
Quando pensi con terrore al momento di tornare a casa la sera...
Quando fai il bilancio di quello che dai e di quello che ricevi...
Quando conti gli anni passati insieme e non pensi a quelli che ancora verranno...
Quando ti dice ‘Dove andiamo? Ma da soli?...’ e sai che insieme non avete più sogni...
Quando sai di non essere la sua priorità ...
Quando ti senti sola, anche al suo fianco...
Quando ti guardi allo specchio e non vedi ciò che vorresti...
Quando ti dice che ‘lui’ ha paura di invecchiare...

Credevi che l’amore fosse eterno! Che illusa.
Pensavi che la passione avrebbe lasciato posto al semplice desiderio, alla tenerezza, alla voglia di stare insieme... Non credevi che arrivasse quel mostro che uccide tutto: l’abitudine, la noia.

E ti crolla il sogno.
Ma tu non lo dai a vedere, dici OK ho sbagliato, è colpa mia.
Ma non sai quando o perché hai sbagliato. Ci credevi, credevi di avere ragione, e invece i tuoi occhi sono come ciechi. Non sanno riconoscere le anime.

E ora ti chiedi: potrei sopportare di sbagliare ancora?
Ma allo stesso tempo... vuoi credere di essere ancora la persona forte e capace e vuoi riprovare.


E vuoi credere ancora al tuo istinto e al tuo sentimento.

mercoledì, maggio 17, 2006

S o g n o....

Terre al di là dell'orizzonte.

là dove il sole va a dormire,

terre che non si vedono ad occhio nudo,

là dove il cielo si confonde con il mare.


Isole lontane dalla sabbia finissima e bianca

palme curvate dal vento, che fanno ombra al mare.


Le onde riportano gli echi di quelle terre

lontane e vicine allo stesso tempo

ma la brezza della sera già accarezza il mio viso

e mi sveglia dal sogno.


dedicata al marinaio per eccellenza....
per te... Sinbad....

domenica, maggio 14, 2006

C'è del marcio in Danimarca....

Perdonate il parallelismo con la famosa tragedia shakespeariana, ma è la prima immagine che mi è venuta in mente, ascoltando le parole di un giornalista durante le notizie del TG questa sera.

Si parla quasi esclusivamente dello scandalo del calcio italiano, che va ben al di là dell’ambiente calcistico e coinvolge organismi governativi, ben sapendo che questo è l’unico argomento che accomuna tutta l’Italia, senza distinzione di sesso, religione, politica o altro.

Si, gli italiani sono uno di quei popoli che quando si parla di calcio sono attentissimi (e tra questi mi ci metto anche io... ) Anche le edicole confermano: grazie allo scandalo calcistico, si vendono più giornali e quotidiani!

Beh questa situazione mi ha fatto pensare a due cose:

  • che basta un argomento futile come questo per ottenere molta più attenzione rispetto a notizie prettamente economiche/politiche e sociali
  • che siamo tutti di un’ipocrisia che fa luce! Sì, perché tutti siamo sempre stati al corrente di questa situazione, ovviamente senza i particolari di cronaca su cui veniamo oggi informati, ma che abbiamo sempre fatto finta di non vedere, come se non ci importasse. Però oggi gridiamo allo scandalo e ci meravigliamo... di essere stati truffati!!


Visto e considerato che si tratta di un argomento ‘futile’ e non allo stesso tempo (se volessimo potremmo scrivere fiumi di parole sulla funzione sociale che ha il gioco del calcio) mi vergogno che la stessa attenzione non venga rivolta ad argomenti un po’ più seri, come la situazione economica italiana, le guerre in corso in tutte le parti del mondo, quelle che fanno audience televisivo ma soprattutto quelle dimenticate, la piaga dell’AIDS che sta decimando il popolo africano, il problema della fame nel mondo (che rimane la maggior causa di morte..) a cui negli ultimi tempi si aggiunge anche la ‘sete’, il protocollo di Kyoto... ecc.

Ci sono migliaia di argomenti molto più importanti cui dedicare la nostra capacità di attenzione o su cui aprire i propri occhi!

E noi rimaniamo qui, impotenti, a piangerci addosso e arrabbiati per essere stati presi in giro da 22 uomini in mutande che danno dei calci ad un pallone...

... Meno male che adesso non c'è Nerone

Però in fondo ci sapeva fare

e per distrarli dalle cose serie

ogni domenica li mandava in ferie

tutti allo stadio a farli divertire...

Edoardo Bennato - Meno male che adesso non c'è Nerone

'Io che non sono l'imperatore' - 1975

sabato, maggio 13, 2006

When you say nothing at all....

It's amazing how you can speak
right to my heart
without saying a word,
You can light up the dark,
try as I may I could never explain
What I hear when you don't say a thing
The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me whenever I fall
You say it best when you say nothing at all
All day long I can hear people talking out loud
But when you hold me near you drown out the crowd
Try as they may they can never define
What's been said between your heart and mine
You say it best when you say nothing at all
You say it best when you say nothing at all
RONAN KEATING - Nothing at all
(Soundtrack 'Notting Hill)

martedì, maggio 02, 2006

Il vuoto

Dovrei essere felice, oddio, questa è una parola un po' forte, diciamo serena. Il lavoro va abbastanza bene, anche se non è quello a cui ero abituata in passato, riesco ad essere quel punto fermo che tutti 'cercano'. Chissà perchè mi è sempre piaciuto essere così indispensabile agli altri...
Mania di protagonismo, voglia di emergere, esporre il fianco e dimostrare di essere in grado di scalare montagne... Non lo so, non me lo sono mai chiesto, perchè di sicuro non avrei risposto con sincerità. Tanto sono sincera con gli altri, tanto mento a me stessa.
E' una lunga storia.... a voler essere un po' freudiana, è la mia 'vendetta' sugli altri.
Da bambina ero scartata, isolata, ero grassa e portavo gli occhiali. E non sapendo difendermi, ho solo aspettato il momento di poter essere un qualcosa 'più' degli altri, con la mia intelligenza, la mia cultura, le mie capacità, per potermi 'vendicare' degli stolti. A dire il vero, non credo che questi 'stolti' proprio per la loro condizione, se ne siano mai resi conto, o forse erano e sono così opportunisti da passare sopra alla loro dignità.

E io, come acciaio che si spezza e non si piega, via per la mia strada a testa alta. E fu così che sono salita sulla mia torre d'avorio. E lì sono rimasta.

Ho finto per anni di essere scesa tra i comuni mortali, sono scesa al compromesso per me peggiore: quello di nascondere me stessa e lasciare che gli altri mi vedessero alla loro portata. Ma la mia maschera non ha retto il corso del tempo. Ho dovuto riprendere la mia posizione, distante anni luce dalle persone che io consideravo 'normali'.

Oggi non mi basta. Non mi basta più.
Oggi voglio essere me stessa anche se sono sulla torre, ma anzichè attendere, voglio essere la prima a dare. E voglio sentire il calore umano intorno a me.

Fosse anche solo quello di una voce, lontana, separata da me da un mare, ma che è in grado di entrare talmente in sintonia con la mia mente da non aver bisogno di parlare, da farmi vedere i suoi occhi mentre mi parlano, da svegliarmi nel cuore della notte con la sola forza del pensiero per scoprire che nello stesso momento lui c'era...
E senza questo... mi sembra di sentire il peso del vuoto intorno a me...

... qualcuno vuole bene ai più lontani,
anche per telefono....

lunedì, aprile 24, 2006

Emozione

"...perchè quando cade la tristezza
in fondo al cuore...
come la neve non fa rumore..."
Ti sento con la testa, ma ho bisogno
di sentirti con il cuore e con la pelle.
Mi manchi ... mi manca tutto di te,
il tuo modo di parlarmi, la tua voce,
e ancora di più il tuo sguardo e le tue mani.
Entra dentro la mia mente
e colma questo vuoto...
non posso aspettare domani...
Non so se sia amore o bisogno
non voglio catalogare quel che sento
non ho bisogno
di sentirmi dire "ti amo"
non so se sarei di nuovo capace
di dire "ti amo"


Ma so che mi manchi
e se la mia felicità è solo legata ad un sogno
allora sono pronta a sognare...

domenica, aprile 23, 2006

Il rumore del silenzio




Notte e buio.
I miei occhi ascoltano
i rumori del silenzio.
Sento il vuoto intorno a me.
Ma non sento silenzio
dentro di me.
Sei li, ti sento
Mi parli con il tuo silenzio
Ti vedo, vedo il tuo sorriso
Ascolto il riso della tua voce
sepolto nei miei ricordi
Ti ascolto...
E forse...
anche io sono dentro di te...
Sentimi, so che puoi farlo
E abbracciami...

domenica, aprile 16, 2006

C'è tempo...

Quante cose strane ti accadono nella vita e tu non riesci nemmeno a trovare il tempo per rendertene conto. Poi all'improvviso una frase, una coincidenza strana, quasi una telepatia (anche se sai di essere talmente positivista e materialista da non crederci) che ti blocca e ti fa pensare, fa affiorare in te la consapevolezza che c'è un filo sottile che ti lega ad altre persone, così distanti e quasi 'sconosciute' ma con le quali hai sentito da subito un'affinità di pensiero che non avresti mai creduto possibile, che non sei sola col tuo 'sentire' ....

Ed è una sensazione meravigliosa.

Come una frase estrapolata da una bellissima canzone, che ti costringe a rileggerla come una poesia... ecco perchè la pubblico, perchè la leggiate - se vorrete - dissociata dalla sua musica.


C'E' TEMPO

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini
quando è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge,
niente paura che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo,
c'è tempo per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto di un tram che non viene
non essere gelosa di me della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere
come sarebbe stata la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia c
he arriva alla volta celeste e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente si tende la mano
è il medesimo istante per tutti che sarà benedetto,
io credo da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai accanto a te
nuovamente mano alla mano
che buffi saremo se non ci avranno nemmeno avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare

io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare

(Ivano Fossati - Lampo viaggiatore - 2003)


ed io mi auguro di trovare tutto questo tempo....
perchè voglio trovare questo tempo....
perchè ho sprecato troppo tempo...

per voi, amici miei....


giovedì, aprile 13, 2006

............................

S C H E R Z E T T O !!!!
COSA CREDEVI???

MA SEI VERAMENTE CURIOSO ALLORA !!!!!




TE L'HO DETTO....

L'ORA X SCATTERA' ALLE 21.......

Ciao .......

domenica, aprile 02, 2006

A cosa credere

L'uccisione del piccolo Tommy è l'argomento del giorno, giustamente, anche se passato un po' in second'ordine dai media per la celebrazione dell'anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II. Sinceramente, gli eventi celebrativi mi lasciano sempre indifferente.
La morte del piccolo Tommy no.
Quando è stato rapito, anche il mondo dei bloggers si è mobilitato con appelli; io mi sono rifiutata di farlo, perchè la ritenevo un'azione fine a se stessa e sintomo del solo sentimento esibizionista e personale delle persone che 'mettevano' in mostra la loro capacità di partecipazione (o almeno della maggior parte di essi): il pastore chiama e il gregge corre a raccolta.
Sì, il mio nick è la 'Signora dei sogni', ma sono tremendamente positivista e materialista, e sapevo che quel gesto non avrebbe portato a nulla per il povero bimbo, solo a fare 'audience' (se questo termine si può utilizzare in questo mondo virtuale) o ad autocelebrarsi ed etichettarsi come partecipi.
E quindi mi sono dissociata. E non è vero che non provassi anche io sentimenti di rabbia di fronte a simili eventi. Qualcuno ha capito, e lo ringrazio, altri forse no.
Di fronte alla conclusione della vicenda, ho sentito il bisogno però di fare un post che chiede l'unica cosa in cui VOGLIO ancora credere: LA GIUSTIZIA.
Ma quella amministrata dagli uomini, secondo la legge che l'uomo si è scelto.
Girando stamattina per i blogs degli amici ho trovato commenti che giustamente rivelano RABBIA, IMPOTENZA DI FRONTE A CERTI EVENTI e PREGHIERE. La rabbia, la voglia di vendetta, l'impotenza, le capisco: le preghiere no. O meglio, anche io ho usato il verbo 'pregare' ma nel senso della 'prece' latina, cioè augurarsi, ma tutti gli strali rivolti a persone che sono stati definiti assassini, bastardi, luridi, schifosi, e che si concludono con 'prego che sia fatta giustizia, se non terrena ma divina' NO!!! questi non li accetto.
Lo so, il mio non è un punto di vista imparziale, non credo in Dio, non riconosco un'altra vita dopo la morte, non penso che le persone diventino 'angeli' e soprattutto non credo alle 'punizioni' ultraterrene. I colpevoli devono pagare su questa terra e di fronte a tutti. Solo così si fermerebbero altri gesti simili. E' l'unica cosa che può fare da deterrente al ripetersi di gesti come questo: neonati messi nei sacchetti della spazzatura e abbandonati nei cassonetti, quelli picchiati con la scarpa perchè non smettevano di piangere, quelli eliminati perchè erano un impedimento al raggiungimento dei propri scopi personali, e via cosi, la cronaca è piena di episodi fotocopia.
Ho perso molte persone nella mia vita e ricordo che più di una volta sono stata sul punto di cedere alla mia 'non' fede ed entrare in Chiesa durante le esequie di amici o parenti. Ne sono fuggita. Sono ancora scioccata dalle parole che vengono pronunciate in casi simili che si concludono invariabilmente con queste parole:
"dietro a tutte le morti c'è un disegno divino"
Se voi credete, mi spiegate QUALE???
Per generalizzare, potreste iniziare a spiegarmi i 6 milioni di morti dei campi di concentramento e tutte le brutture di cui l'uomo si è macchiato, gli oltre 2 milioni di morti tra i soldati delle guerre del XX° secolo, i milioni di bambini che muoiono di fame tutti i giorni nei continenti dimenticati solo perchè non utili al profitto, come la guerra civile in Ruanda, tutti i morti e le vittime delle guerre civili in corso nei paesi come l'Afghanistan o l'Irak, tutti i morti vittime di terremoti o tsunami o altro??
Sul piano personale, per mia esperienza diretta, ho perso molte persone in vita mia: ho visto morire un ragazzo di 26 anni, che correva in moto, ed è morto per un semplice guasto alla caldaia della casa di montagna, una mia amica di scuola che aveva perso sua madre da piccola e aveva sopportato tutto, e a 36 anni è morta di cancro lasciando un bambino di 6 anni, mia madre che è morta a 62 anni, mio padre che ha passato 3 mesi infermo come un vegetale.
MI VOLETE DIRE CHE CAVOLO DI DISEGNO E' QUESTO??
E' SOLO UNA PUNIZIONE COSTANTE.
NON HA NIENTE DELLA BONTA' DIVINA.
Forse qualcuno di voi mi riterrà insensibile. Non lo sono. Forse ho sentimenti ancora più forti di tanti altri. Sono triste e addolorata e rabbiosa anche io.
Vi chiederete in cosa credo. Nonostante tutto, CREDO nell'uomo.
Nella sua capacità di amare e con essa la sua capacità di discernimento tra il bene e il male, nella sua sete di 'GIUSTIZIA' e non 'VENDETTA', e mi auguro che gli uomini siano capaci di punire tutti questi gesti, con una pena commisurata al crimine, con tanti anni di detenzione e privazioni che possano dare pace al povero Tommy e alleviare ai suoi genitori la loro sete di giustizia.
Etichettatemi come volete: materialista, atea, utopista. Non mi importa.
Ma non chiedetemi di avere fede.
E al piccolo Tommy, un saluto e un fiore

venerdì, marzo 10, 2006

La scelta

Una volta mi hai chiesto: "E' meglio vivere di rimpianti o di rimorsi???"
Ed io non ti ho saputo rispondere. E tu hai scelto i rimpianti, e hai scelto per tutti e due...

Sono passati anni, ed eravamo sempre lì, vicini.
E abbiamo capito che tutti i rimorsi di questo mondo non avrebbero annullato il rimpianto che sentivamo dentro. E abbiamo scelto i rimorsi, e lo abbiamo fatto insieme.

Oggi. Quanti anni sono passati?? Ventisette. Una vita.
Non riesco a stare con te, perchè è come se tu non ci fossi, ma odio l'idea di stare senza di te.
E allora ho scelto. Ho scelto i ricordi.

Soprattutto quello del tuo mutismo e quel "Va bene..."
che non so se sia stato un gesto di amore... e forse non lo saprò mai...
Comunque sia, sappi che ti ho amato...

sabato, marzo 04, 2006

Alfabetizzazione informatica.....


Qualche tempo fa, ho pubblicato un post sul mio blog di MSN in cui riportavo alcune notizie su quello che si sta facendo in Italia per creare una nuova mentalità rispetto all'uso privato e anche di riflesso pubblico del PC. Ovviamente la mia era una critica, perchè ritengo irrazionali certe 'azioni' (e oserei dire solo propagandistiche ed elettorali), se rapportate alla situazione istruzione-scuola del nostro paese.
Oggi ricevo da un amico canadese una serie di 'storielle' di vita vissuta e relative a quel paese che è da tutti ritenuto all'avanguardia in questo settore. E le pubblico dopo averle tradotte in italiano e le dedico ad un caro amico, che chiamo 'smanettino' prendendolo in giro per la sua imbranataggine informatica....

'Scusa Luca, ritiro tutto!!! Sei veramente in gamba!!!'
Questo è un estratto da un articolo del Wall Street Jourmal:

1. La Compaq sta considerando di cambiare il comando
'Press any key' (premere qualsiasi tasto) in 'Press return key' (premere il tasto Invio) a causa del flusso di chiamate che chiedono dove si trovi il tasto 'any'

2. Il supporto tecnico AST ha ricevuto una chiamata in cui il cliente si lamentava del fatto che il suo mouse era difficile da controllare a causa della copertura antipolvere. La copertura si è rivelata essere il sacchetto di imballaggio del mouse.

3. Un altro cliente Dell ha chiamato dicendo che il suo computer non riusciva a inviare nessun fax. Dopo 40 minuti di ricerca delle possibili cause, il tecnico ha scoperto che il cliente stava cercando di inviare un foglio tenendolo di fronte al monitor e premendo il tasto 'invio'

4. Ancora un altro cliente Dell, ha chiamato per lamentarsi che la sua tastiera non funzionava più. L'aveva pulita per bene mettendola nella vasca da bagno con acqua e sapone e lasciandola a bagno per un giorno, quindi aveva smontato tutti i tasti e li aveva puliti uno per uno.

5. Un tecnico della Dell ha ricevuto la chiamata di un cliente che era arrabbiato perchè il suo computer gli aveva detto 'bad and invalid' (ammalato e infermo). Il tecnico gli ha quindi spiegato che che le affermazioni del pc 'bad command' e 'invalid' non erano da prendersi a titolo personale.

6. Una persona un po' disorientata ha chiamato la IBM perchè aveva dei problemi a stampare dei documenti. Ha detto al tecnico che il computer gli diceva 'stampante non trovata'. L'utente aveva anche cercato di girare lo schermo del pc verso la stampante, ma nulla, il pc continuava a non 'vedere' la stampante.

7. Una cliente esasperata ha chiamato il Servizio Tecnico Dell perchè non riusciva ad accendere il suo nuovissimo pc Dell. Dopo essersi assicurato che tutte le prese fossero al suo posto, il tecnico ha chiesto alla signora cosa succedeva quando premeva il pulsante 'Power'. La sua risposta fu 'Io continuo a premere il pulsante a piede, ma niente, non succede niente!!!'. Si è scoperto che il 'pulsante a piede' che stava premendo era il mouse....

8. Un'altra cliente ha chiamato il Supporto tecnico Compaq per dire che il suo nuovissimo computer non funzionava. Disse di averlo tolto dall'imballaggio, collegato e poi ha atteso 20 minuti davanti al pc aspettando che succedesse qualcosa. Quando il tecnico ha chiesto cosa succedeva premendo il pulsante di accensione la signora ha domandato 'quale pulsante??'

9. Un altro cliente IBM aveva dei problemi nell'installare un software e ha chiamato il supporto tecnico. 'Ho messo il primo dischetto e tutto era OK. Il pc ha chiesto di mettere il secondo dischetto e ho avuto alcuni problemi con il dischetto. Quando poi ha chiesto il terzo, non riuscivo neppure ad inserirlo!' L'utente non aveva realizzato che 'Inserire il disco 2' presupponeva di rimuovere prima il disco 1....

10. Una storiella da un Operatore della Novell NetWare:
CLIENTE: Buon giorno! E' il supporto tecnico?
TECNICO: Si buon giorno. Come posso aiutarla?
CLIENTE: Il porta tazza del mio PC si è rotto e sono ancora
nel periodo di garanzia. Come posso fare per avere
quello nuovo in sostituzione?
TECNICO: Sono spiacente. Ma ha detto 'porta tazza'??
CLIENTE: Sì, è sulla parte anteriore del mio PC
TECNICO: Mi scusi. Se le sembro un po' confuso, è perchè lo sono
davvero. Ha ricevuto questo particolare come parte di una
promozione ad una fiera? Come ha avuto questo porta
tazza? C'è qualche marca stampigliata sopra?
CLIENTE: Mi è arrivato insieme al pc, non so nulla di promozioni
varie. Sopra c'è solo scritto '4x'
A questo punto il tecnico ha dovuto mettere in attesa il cliente......

11. Una signora ha chiamato il centro CANON per un problema con la sua stampante. Il tecnico le ha chiesto se le stava 'operando sotto windows' La signora ha risposto 'no, la mia scrivania è vicina alla porta, ma è in una buona posizione. L'uomo seduto nel cubicolo dopo di me è sotto la finestra e la sua stampante lavora bene.

12. E ultima, ma non da meno....
TECNICO: OK Bob, premi i tasti CTRL+ESC insieme. In questo modo appare
una lista nel centro del monitor. Adesso batti la lettera 'P' per accedere al
Program Manager
CLIENTE: Non ho una 'P'
TECNICO: Sulla tastiera, Bob...
CLIENTE: Cosa vuole dire?
TECNICO: P sulla sua tastiera, Bob....
CLIENTE: Non lo farò mai!! (*)
(*) P = abbreviazione famigliare per ....fare pipì...

domenica, febbraio 26, 2006

Gente strana

Credevo di aver fatto un po' d'esperienza in vita mia e invece ad un tratto mi accorgo che così non è.
Allacci rapporti con una persona che non conosci, esci con lui a prendere un caffè, ti sembra normale anche se un po' timido. Vabbè, mica tutti sono dei vulcani. Ti chiede un altro appuntamento, ti dice ci sentiamo e.....sparisce!
Ricompare dopo 3 settimane, si scusa, ti spiega e sembra che ci sia una logica nel suo comportamento. Lo incontri di nuovo, sembra felice di vederti. Poi 2 giorni dopo ti manda un SMS proponendoti un finesettimana con un po' più di tempo per potervi conoscere e tu dici OK ci sentiamo venerdì. E sparisce....di nuovo!
Ti manda qualche messaggio, ti dice che è impegnato con i turni sul lavoro e tu dici OK, non ci sono problemi, fatti sentire quando sei libero.
Venerdì ti dice 'sabato e domenica sono libero. Che ne dici di andare al cinema sabato sera?' e per l'ennesima volta dici 'Va bene. Chiamami nel pomeriggio verso le 15 e decidiamo dove vederci'.
E ti arriva un SMS alle 19,30 'sono libero ora' .......e tu 'tanto piacere io no. Ci vediamo domattina?' Risposta 'Si, OK, dimmi dove e quando' e tu ' Facciamo alle 10 in centro.....' e poi aspetti una risposta.
Stamattina alle 8,30 ne mandi un altro '?? Va bene??'. E per risposta, alle 11 ti arriva questo: 'ieri sera ho preso un sonnifero e mi sono svegliato adesso. Ci vediamo?'
Risposta (logica....e stronza): 'Oggi no. Semmai quando sarai sveglio....la prossima volta'
Ma gente normale ne esiste ancora??? Ditemi di si... per favore

martedì, febbraio 21, 2006

Un gelato al cioccolato


Le 18.30. Dai, vai a casa. Lo sai che qui ci stai bene, il lavoro è la tua casa. Ti senti importante, almeno qui, tanto non sei ancora stata capace di costruire niente, tanto vale che tu faccia un po’ di carriera.
E’ venerdì. Domani ti aspettano i soliti lavori di casa, se no tua madre protesta; e poi la devi accompagnare a far la spesa, e poi… Il nulla.
Un libro, il lavoro all’uncinetto, chissà cosa danno in televisione.

Fa caldo, è l’ultima settimana di luglio, e avresti voglia di uscire, almeno stasera, ma dove vai da sola?
Dai fatti coraggio, prendi la borsa, spegni la macchina da scrivere. Passi per l’officina, come fai sempre, saluti i colleghi. Roberto ti guarda, forse si ricorda ancora di quando, come un’imbranata, sei caduta per colpa dei trucioli e dell’olio. E tu ti ricordi ancora di come sei diventata rossa dalla vergogna.
Ti viene incontro, ti saluta e ti augura buon fine settimana!! Anche lui in quanto a mettere il dito nella piaga… Poi ecco, ne arriva un altro e ti dice: “Beata te che te ne vai!! Cosa fai di bello stasera?”
Tu sorridi, peccato che nessuno abbia capito niente di te…. E rispondi come se niente fosse:
“Con questo caldo, avrei proprio voglia di andare a prendere un gelato in riviera, ma sono da sola, mia sorella non c’è, quindi, me ne starò a casa a guardare la TV”.
E ti incammini verso il portone. Ed ecco che dal magazzino, esce lui, ti guarda e ti dice:
“Beh, se vuoi ti porto io a prendere il gelato.” Lo guardi, sorridi, e pensi: magari….
Ma gli rispondi: “Davvero? E viene anche tua moglie?” “No, sono solo, è andata a trovare i suoi genitori, e io la raggiungo la prossima settimana. Sono solo. Ti passo a prendere alle 9?”
Sei presa in contropiede. E adesso? Ma dai, tanto è solo un collega, sei pure ‘amica’ della moglie.
“Va bene. Dove andiamo?” “Beh, possiamo andare a Recco, se ti va. Dai ti passo a prendere sotto casa e poi decidiamo”. “Va bene, alle nove sotto casa, ti ricordi….si, certo, lo sai benissimo. A dopo allora”

Perché vai così veloce stasera? Va beh, devi trovare parcheggio, farti 6 piani di scale, mangiare, farti una doccia, vestirti e truccarti…no niente trucco, fa troppo caldo. E tua madre che continua a chiederti “Ma con chi esci?” Cavolo, ho 24 anni e mi fanno ancora l’interrogatorio… “Ma mamma, con dei colleghi”… e le butti lì due o tre nomi a caso; perché non le dici con chi? Di sicuro ti farebbe un elmetto, perché sa che è sposato… ma tanto per quello che devi fare, dai, lascia perdere, evitiamo le discussioni almeno stasera.
Sono le nove meno un quarto e dalla finestra stai controllando la strada. Ecco forse…no, non è lui. Ma tanto è meglio scendere. Il tempo di arrivare nel portone e vedi la sua macchina. Attraversi di corsa e sali. Perché ti senti a disagio? Eppure non è la prima volta che siete da soli.
“Dai andiamo a Recco, ti va bene?” “Sì va bene. Ma non fai l’autostrada?” “No, facciamo la costiera è meglio, poi è più bella” “Si, certo” (ma è sera!!! mica guardiamo il panorama…).
Allora cominci a parlare di lavoro, dell’ultima assemblea (ricordati, tu sei quella che parla con “quelli dell’officina”….così dicono le tue colleghe!!!) e poi parli dell’ultima partita, tu non eri allo stadio, ma lui ci va sempre. E siete tifosi della stessa squadra…..e poi arriva anche la politica, lo sai siete quasi dalla stessa parte, tu forse un po’ più ‘anarchica’ lui più inquadrato….
Per fortuna, eccoci arrivati, non sapevi più cosa dire. C’è gente sul lungomare, si respira ed ecco la famosa gelateria. “No, dai non ci sediamo, c’è troppo casino, prendiamo il gelato e passeggiamo” ti dice lui. “Ok, per me va bene.” “Come lo vuoi il gelato?” “Stracciatella e fior di latte, e tu come lo prendi?” e lui “Io, tutto al cioccolato”.
Aspetti e guardi il lungomare illuminato e il nuovo porticciolo.
“Ecco il gelato, vieni, andiamo di là”
Lo segui sul lungomare, in mezzo alla gente, continui a parlare, mangiando il gelato. Alla fine vedi che la passeggiata diventa un lungo molo che arriva al centro del golfo. E' quasi mezzanotte, arriva una fresca brezza di mare, e con lei alcuni brividi. Hai lo scialle di seta nella borsa. Ti fermi e lui si ferma con te. Metti lo scialle sulle spalle. Lui te lo aggiusta, con un gesto lieve e gentile. Hai finito il tuo, ma lui non ha ancora terminato quel benedetto gelato al cioccolato. Continui a camminare al suo fianco. In un gesto cameratesco lo prendi sottobraccio. Lui si ferma e sposta la tua mano. Tu lo guardi, non ti sembrava un gesto così intimo, non era tua intenzione. Lui prende la tua mano tra le sue. E poi mette il suo braccio sulle tue spalle, così non avrai freddo. La fine del molo: un lampione più fioco degli altri. Si ferma e posa le mani sul tuo viso e ti guarda: ha l’espressione di un uomo che non sa che cosa otterrà.
Un bacio, una reazione di indifferenza, uno schiaffo ….. E ti bacia. Un bacio al sapore di cioccolato….E tu rispondi al quel bacio come se non aspettassi altro. Non ti chiedi perché. Non vuoi saperlo…. Vuoi solo essere ‘normale’.
E torni con lui alla macchina, e ai primi approcci, con fare da donna, senti la tua voce che dice: “Non mi piace farlo in macchina, preferisco un letto.” E dopo dieci minuti vedi l’insegna del motel.

Tre anni dopo, cerca di trattenerti in macchina e ti chiede: “Ma perché ti sposi?” E tu scappi, sbattendo la portiera della sua macchina. Non sai cosa rispondergli. Hai ancora dentro la tua rabbia!!!

Sei anni dopo, si prende cura di te, sei malata, ti aspetta la mattina alla stazione e ti accompagna la sera, non ti chiede nulla. Solo di essere lì con te.

Sedici anni dopo: è la vigilia di Natale. Si esce prima dal lavoro, dopo la classica bicchierata.
“Vuoi un passaggio? Ti accompagno per un pezzo di strada, ma possiamo anche fermarci a parlare se non hai fretta…. “… “Lo sai che le antiche passioni non si scordano mai. E potresti anche darmi un bacio, e poi ricordati che io e te abbiamo un appuntamento” ….e tu confusa, ricordi.. ricordi che una sera d’estate, sedici anni prima, in auto gli dicevi scherzando: “Forse in una prossima vita, staremo insieme. Oppure, guarda ti do un appuntamento: quando avremo sessant’anni e non faremo più male a nessuno, allora faremo di nuovo l’amore insieme.”

Non avete ancora sessant’anni. Ma lo baci lo stesso. Ti sembra che quei sedici anni di vita non siano mai passati, ritrovi i tuoi 25 anni, le stesse sensazioni, quel nodo allo stomaco, quei campanelli che non ti fanno capire più niente, la stessa euforia, e allora capisci, capisci che cosa ti mancava….

Sono passati altri dieci anni da quella vigilia di Natale. E continui a sapere cosa ti manca: lui….

lunedì, febbraio 20, 2006

Prova di ...inciviltà

La scorsa settimana ho letto su un blog che è l'ora di smetterla di bistrattare questo nostro 'povero paese'. Siamo i dententori della storia del vecchio Continente e in fin dei conti possediamo la maggior parte dei siti di interesse storico/culturale. Dobbiamo fare in modo che i turisti stranieri tornino nel nostro Paese e non alimentare la nostra stessa fuga verso lidi stranieri.
Seppur d'accordo con l'idea di fondo, ho rimarcato la difficoltà già propria della domanda interna di fruizione dei beni, ed è quasi impensabile che gli stranieri riescano dove noi stessi falliamo.
E non ho toccato la nota dolente: la quasi totale mancanza di 'educazione civica' tipicamente italiana, senza distinzione di regione. Per non parlare della politica italiana che non fa propriamente una bella figura...
E come ciliegina sulla torta è arrivata la discussa sentenza della Corte di Cassazione. Con questa credo che abbiamo superato i limiti dell'immaginario, del paradossale.
Ringraziamo quindi per averci di colpo fatto tornare indietro di 60 anni, ai tempi in cui il delitto d'onore non era 'punibile', la donna colpevole di adulterio era passibile di giudizio, ai tempi in cui la patria potestà era affidata solo al padre.


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I versi di un amico

Non so per chi li ha scritti, quando e a chi fossero dedicati.
Sono un inno a non perdere nemmeno un minuto di questa nostra vita e ad assaporarla in tutte le sue sfumature, per noi stessi e per chi ci sta vicino.

Ti auguro tempo

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare,
non solo per te stessa, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contenta.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perchè te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stessa,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita .


Vorrei che fossero un suo augurio personale a me......


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domenica, febbraio 19, 2006

Da oggi, questo sarà un antro segreto, dove mettere i miei pensieri, un po' a casaccio.
Non vi meravigliate quindi se troverete racconti, poesie, riflessioni di attualità o farneticazioni di una vecchia signora!!!


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